RASSEGNA STAMPA

IL GIORNALE - Quel voto al Senato pro Malabarba

Genova, 22 agosto 2006

LETTERA APERTA
Quel voto al Senato pro Malabarba

Cari Senatori, di maggioranza e di opposizione, che avete votato contro le «dimissioni» del vostro Collega Malabarba, rese al solo scopo, di lasciare (per logiche di partito) il «posto» alla madre di Carlo Giuliani, vi ringraziamo di cuore!
Grazie perché avete rispettato la memoria, ed il coraggio di tutti i ragazzi di vent'anni, che sono morti per aiutare qualcuno (e non per assalirlo), che hanno, ad esempio, sacrificato la loro giovinezza per la Patria (non solo a Nassirya), ma anche per fare giocare bambini più sfortunati dei
nostri, (proprio come è accaduto ad «Angelo», di Monterotondo). Grazie perché state rispettando l'impegno, ed il sacrificio di tutti quanti, proprio a vent'anni, stanno costruendo il proprio (ed il nostro futuro) studiando sodo, all'Università, magari lavorando, contemporaneamente, per mantenersi agli studi, o che stanno, faticosamente, apprendendo un lavoro, con stipendi ridotti all'osso, ma che riescono comunque a risparmiare qualche euro per contribuire allo scarno budget famigliare.
Grazie a nome di tutti loro, grazie anche da parte di tutti gli amici di mia figlia maggiore, studentessa di ingegneria al Politecnico di Milano, molti provenienti dal Sud, che hanno lasciato famiglia e amici laggiù per andare a studiare dove (sperano) avranno più possibilità di trovare un lavoro in futuro. Non sono andati in guerra, questi ragazzi, e non stanno rischiando la vita, come i tanti giovani eroi, che in questi anni hanno difeso, in Italia e all'estero la nostra sicurezza (in Iraq, in Afganistan, e domani in Libano, ma anche, tutti i santi giorni, sul nostro territorio), ma sono «eroi» lo stesso, e meritano, anche loro, di essere rispettati e sentite il perché: per «la tenacia, ed il coraggio con la quale essi superano gli ostacoli frapposti ogni giorno alla loro formazione, da una società ingiusta, e da una Università mostruosa, che è pari al disprezzo (che l'autore della frase ha) che meritano i governi dormiglioni, le opposizioni inerti, e gli amministratori insipienti, che tollerano tali ostacoli». Chi ha scritto questa frase non è un «pericoloso rivoluzionario», ma un grande giurista: Sabino Cassese, ed aveva scritto queste parole nella prefazione di quel magnifico «piccolo-grande» libro che è: «Lo Stato Introvabile», da lui dedicato proprio ai suoi studenti!
Ma grazie anche da parte di tutti noi genitori, che ogni giorno, con tanta fatica (e con tanto amore) esercitiamo il «mestiere più difficile del mondo», come lo ha definito il grande psicoanalista Bruno Bettelheim, quello di «genitori» ... essere genitori non significa certo solo mettere al mondo qualcuno, significa sacrificio, impegno costante, tante rinunce, tempo speso a giocare e a studiare con loro (magari, stanchissimi, al ritorno dal nostro lavoro), perché i nostri figli imparino dall'esempio, e seguano la strada da noi tracciata. Grazie, soprattutto, da parte di quei genitori, i cui figli da quella strada si sono allontanati, per seguire, come purtroppo spesso accade, altre «sirene», ma che hanno lottato (con sforzi enormi), per riportarli sul percorso tracciato. Grazie quindi da tutti noi, i cui giovani figli studiano, o lavorano, faticando ogni giorno. Grazie da parte di quei genitori che, avendo perso il loro figlio soldato, o operaio, o missionario (laico e non), non hanno cercato pubblicità, anzi l'hanno rifuggita, ed hanno continuato a lavorare, faticare, insegnare, esattamente come prima, occupandosi degli altri figli, o dei loro genitori (i nonni sono spesso quelli che soffrono di più in queste tragedie). Loro sì meriterebbero di entrare in Parlamento, avrebbero tante cose da insegnare a tutti noi: sicuramente la dignità ed il coraggio.
E allora, cari Senatori, vi prego, non abbassate la guardia, in futuro, quando si ripresenterà il momento di votare nuovamente, ma l'attenzione dei media sarà, inevitabilmente, minore: continuate a rispettare la memoria di chi è morto a vent'anni per onorare la Patria, o in incidenti sul lavoro, e non permettete che entri in Senato (spinta solo da una logica demagogica, che spero non venga più imitata, da nessun partito) Maria Adelaide Gaggio, o come preferisce essere chiamata, Haidi Giuliani.

Isabella De Martini
*Docente di Psicologia Medica